25/11/10


LA VIOLENZA SULLE DONNE IN EUROPA E' LA PRIMA CAUSA DI MORTE.

STRASBURGO - Ogni giorno in Europa una donna su cinque è vittima di una forma di violenza e tra il 20% e il 25% delle donne europee ha subito violenza fisica almeno una volta nel corso della sua vita, nel 95% dei casi dentro le mura domestiche. Queste violenze sono la prima causa di morte e di invalidità delle donne fra i 16 e i 44 anni, più dei tumori, degli incidenti stradali e delle guerre. La conferenza a Roma in occasione del G8 ha fornito dati che valutano in più di 140 milioni le donne vittima di violenze di ogni tipo, più di un olocausto. Per quanto riguarda l'Italia, la situazione non è migliore e secondo le parole di Napolitano del 25 novembre 2009 (giornata mondiale contro la violenza alle donne) “Il fenomeno è ancora drammaticamente attuale, in quanto coinvolge tutti i paesi e rappresenta una vera emergenza su scala mondiale”, definendo tali reati come “crimini contro l' umanità”. In Italia sono 17 le denunce quotidiane per il reato di stalking e secondo i dati rilevati dall'Osservatorio di “Telefono rosa” il numero delle vittime che si rivolgono al “Telefono rosa” in cerc a di aiuto o di specifiche consulenze continua a crescere. Nel corso del 2007, infatti, si sono registrati 1492 casi di richieste di aiuto, mentre il numero di testimonianze di violenza, nel 2008, raggiunge i 1744 casi, 1457 dei quali provenienti da cittadine italiane ed i restanti 287 da donne straniere. La violenza non arriva dallo sconosciuto, ma assume i lineamenti dei partner, la quotidianità delle abitudini devianti dei famigliari, la reiterazione di gesti e minacce a cui spesso le vittime sono esposte per anni. E in silenzio: il fenomeno della violenza sulle donne, infatti, incontra come principale ostacolo proprio quello di restare sommerso.Pensate il 96% non denuncia e in seguito analizzeremo anche le motivazioni. Contrariamente rispetto a quanto spesso suggeriscono i telegiornali, solo il 2% delle vittime dichiara di aver subito violenze da uno sconosciuto, mentre il 64% delle volte la violenza arriva da colui che si ama, marito, fidanzato o convivente. Il pericolo non è fuori, è tra le mura domestiche. Le vittime 'prescelte' sono soprattutto le donne tra i 35 e i 54 anni, impiegate o casalinghe per lo più, ma anche libere professioniste, mentre il violento, spesso marito, compagno o ex, non è sempre un disoccupato o con scarsa istruzione, anzi la maggior parte delle volte è un impiegato, e ha un diploma - gli operai e chi ha una licenza media inferiore figurano al secondo posto della lista nera dei violenti - ma significativi sono anche i numeri di funzionari o professionisti. E tra i violenti il numero di chi ha una laurea è 2 volte e mezzo di chi non ha titolo di studio. Spesso quindi insospettabili, che all'esterno non dimostrano la loro personalità violenta ma la sfogano solo in casa. Una specie di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, insomma. A volte proprio per questo diventa importante rendere consapevole la vittima, perchè è molto difficile scindere Dr. Jekyll da Mr. Hyde, realizzare che colui di cui si è fidata, che ha amato e che dice di amarla è la stessa persona che l' aggredisce. Il dramma più grande è che le vittime non sanno come difendersi, a chi rivolgersi, si sentono in colpa e pensano di non avere via di uscita. E se spesso restano e sopportano in nome dei figli, la violenza ricade anche su di loro. Del resto è proprio questa prossimità con il “persecutore” a rendere difficile la denuncia delle molestie e dei maltrattamenti subiti. A questo proposito è stata richiamata l' attenzione sul ruolo di medici, psicologi, assistenti sociali invitandoli ad una maggiore consapevolezza e presa in carico del problema. Pensate che il 58% dei “camici bianchi” crede che vi siano problemi psicologici della donna alla base dei comportamenti e delle attitudini violente dei rispettivi partner, il 68% è favorevole alla prescrizione di psicofarmaci. I dati provengono dall'osservatorio “privilegiato”formato dai 2186 consultori e gli oltre 553 spazi giovani attivi nel nostro paese. Alla luce di questi dati, emerge che il problema della violenza alle donne e aggiungerei anche dei minori, che molto spesso diventano testimoni innocenti di violenze gratuite, anche in un paese economicamente e culturalmente avanzato come l'Italia ha dimensioni allarmanti e che poco si conosce ancora di questo fenomeno così radicato e purtroppo così misconosciuto. 

Martina Campagnolo a sostegno dei milioni di donne che quotidianamente subiscono violenza
Segretaria del Circolo Partito Democratico di Martignacco

13/11/10

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